Anna è una ragazzina di 11 anni rimasta orfana, piena di una spiccata immaginazione e di buona volontà. La bambina si vergogna del suo aspetto, delle sue lentiggini e dei suoi capelli rossi, che tiene sempre legati con una treccia, e sogna spesso di essere diversa.
Per un fraintendimento diventerà la figlia adottiva di Marilla e Matthew, due fratelli. Marilla è molto severa con la piccola Anna, ma non le mancano i buoni sentimenti che andando avanti con le vicende della storia diventeranno sempre più evidenti. La storia di Anna copre un lasso lungo di tempo; infatti, continuerà fino all'entrata all'università della ragazza.
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Tanto tempo fa, nel 1908, la scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery pubblica Anne of Green Gables, un libro per ragazze che, come tale, presenta il tipico linguaggio un po’ retorico e tutta una lista di buoni sentimenti: non è però il solito romanzo formativo pieno di moralismo e buona educazione, e tutto per merito della sua protagonista. Anne Shirley (ma per favore chiamatela Anna, con la “a” finale, è molto più romantico) è una ragazzina orfana, bruttina, magra, lentigginosa, con terribili capelli rossi. Quando appare nel romanzo lo fa vestita di uno striminzito abito da orfanotrofio, di espressivi occhi grigio-verdi ed di una parlantina irrefrenabile. Il suo umore ondeggia tra inarginabili entusiasmi e tetra disperazione, tutto all’ennesima potenza. Anne odia il colore dei suoi capelli, odia le sue lentiggini ed il suo corpo ossuto. Immagina di possedere neri capelli corvini, un corpo cicciotello e un godurioso abito con le maniche a sbuffo; immagina di chiamarsi Cordelia, immagina fate e driadi dei boschi; immagina di avere una famiglia. Il cuore di questo personaggio è tutto qui, nella sua capacità di “immaginare” (e rattristarsi per le persone prive di immaginazione) e il suo vivere in parallelo con la Natura e la Poesia, elementi indispensabili della sua vita. È un’undicenne poco convenzionale, a dir poco eccentrica; è simpatica, divertente, accattivante (e infatti saranno cinque i libri a lei dedicati).
Settant’anni dopo, nel 1978, Anne ritorna come eroina nella serie animata Akage no Anne della Nippon Animation. Si occupano di lei Isaho Takahata (sceneggiatura/regia), Yoshifumi Kondo (disegni) e Hayao Miyazaki (storyboard, e si vede). L’opera si può definire geniale (considerando anche l’epoca e il budget limitato): le espressioni del mutevole visetto della bambina, i suoi occhi limpidi, sono riprodotte in maniera stupefacente, come i paesaggi aerei e luminosi del Canada, co-protagonisti della storia. Gli episodi seguono fedelmente il testo, in maniera quasi morbosa, tanto che leggere il libro o guardare la serie diventa quasi la stessa cosa. L’adattamento è sicuramente migliore di quelli attuali e arricchisce di letterarietà la forza delle immagini. Una gioia per gli occhi e per il cuore (lunga vita all’ingenuità!!).
Però, Akage no Anne è anche il titolo della recente (1997) rielaborazione del tema affidata, nientepopodimenoche, a Yumiko Igarashi, già madre di Candy Candy e Georgie.. [...]
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Dimensione fumettoIL LIBRO E' MOLTO BELLO E SCORRE VIA VELOCEMENTE
SE QUALCUNO HA VOGLIA DI RITORNARE 'AL PASSATO' BEH.... VE LO CONSIGLIO VIVAMENTE