| Spero tanto che vi piaccia!!!!! E' la mia prima fiction, e parla del trasferimento di lui... visto da entrambi!!! Ditemi se vi è piaciuto (così ne scriverò magari delle altre...)!!! Buon divertimento!(site anche crudeli nei commenti, mi serve sapere la verità!!)
Lei
Da quant'è che ci siamo lasciati? Tre giorni? Tre mesi? Un anno? Ho perso completamente la cognizione del tempo da quano se ne è andato. Era una giornata serena, che a me sembrava comunque nuvolosa, dopo il litigio con mia sorella. La notizia fu come il fulmine che diede inizio alla tempesta:
-Come ti trasferisci?!?
-Non è colpa mia, è mio padre che decide!
-Sì, ma... Londra... è troppo lontano! Non si può trasferire solo per lavoro! Insomma... non pensa a te? I tuoi studi, le tue amicizie...
-Smettila. E poi verrò qui tutte le estati.
-Non me ne importa niente, NIENTE! Tuo padre non capisce... I genitori non ci capiscono! Non devi andare... Non puoi!
-E invece sì, è per questo che siamo qui a parlare.
-Non far finta di essere calmo!
-Va bene, ma lo sai anche tu che non sarai la sola a soffrire! Quindi ora basta! Per oggi non parliamone più.
In realtà non riprendemmo mai il discorso, fino a che non arrivò il giorno prima della partenza, ovvero il 24 Agosto.
Quel pomeriggio non parlammo molto, perchè sapevamo già il nostro destino: lui sarebbe andato a Londra con suo padre, mentre io sarei rimasta in Italia. Ci promettemmo di scriverci. Parole vuote. O almeno così credetti.
Quello che sarebbe potuto essere il nostro ultimo bacio, fu anche quello più dolce e tenero di tutta la mia vita. Dopo venti minuti ci lasciammo, e gli dissi anche che forse non avrei avuto la forza di andare all'aereoporto l'indomani, ma per colpa delle lacrime o di chissà che cos'altro, non mi credette.
Quando arrivò il momento, non mi presenta sul serio.
Rimpiango molto di non essere andata, allora non ebbi il coraggio di soffrire ancora di più, invece ora porto un rimorso che mi seguirà per tutta la vita.
Le goccie cadono imperterrite sul vetro, mentre io leggo e rileggo la sua lettera, aspettando l'estate e l'amore che mi ha portato via.
Lui
Ormai sono cinque settimane che non ci vediamo. Il tempo passa inesorabile, e ogni minuto sembra un'ora. Ma devo resistere per lei. Tutto ebbe inizio con l'ennesima promozione di mio padre:
-Campione, ho avuto una promozione!
- Fantastico papà, ma piantala di chiamarmi campione: ho 17 anni.
-Smettila di fare il sarcastico e senti qua: ci trasferiamo a Londra!
-1: Non era sarcasmo; 2: CHE COSA?!?
-Hai capito benissimo!! Proseguirai i tuoi studi là e ti farai nuove amicizie! Tanto torneremo tutte le estati.
-Sì, ma che centra!
-Figliolo, è un'occasione irripetibile. Che cosa pensi farebbe tua madre?
La metteva sempre così: tutte le volte che ero indeciso o non eravamo d'accordo, lui mi chiedeva che cosa avrebbe fatto la mamma, e così l'aveva sempre vinta lui. Mi ritirai in camera, pensando che avrei lasciato tutto quello a cui tenevo di più, ma soprattutto a lei.
Il giorno dopo discutemmo della cosa e, come previsto, si arrabbiò, anche se non si limitò solo a questo: si chiuse in se stessa fino al giorno prima della mia partenza, dove ci incontrammo al parco:
-Come va?
-Bene, e tu?
...
-Fatte le valigie?
-Piantala di fare la stizzita!
-Ok, ok... ma io... non voglio perderti.
A quelle parole, avrei voluto restare con lei per sempre, ma la strinsi a me come non avevo mai fatto, e lei si mise a piangere. La baciai. Il più bel bacio che si possa ricevere nella vita.
Dopo un po' tornammo alla dura realtà, andando nelle nostre rispettive case. Prima ovviamente, ci promettemmo di scriverci,e lei disse anche una cosa strana:
-Forse non verrò domani all'aeroporto. Non voglio soffrire di più vedendoti andare via.
Al che pensai stesse scherzano, ma presto scoprì che non era così.
Ora scrivo una lettera per lei, descrivendole ogni cosa di questo posto, cercando anche di essere il più allegro possibile, ma dentro brucia la voglia che arrivi l'estate, per rivederla e riabbracciarla ancora una volta.
|
