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Essere in paradiso, Angel Sanctuary

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aletta11
view post Posted on 20/11/2008, 20:14




Titolo: Essere in paradiso
Genere: lovestoy
Trama: ...alla fine di Angel Sanctuary Satsuna può riabbracciare la sua amata Sara, ma cosa succede agli amici lasciati in cielo? In partciolare a un amico "ritrocato" durante la sua avventura?

Setsuna se n’era andato almeno da due settimane, ma qui il tempo passa troppo piano o troppo veloce e non mi ero nemmeno accorto di quanto soffrissi di solitudine senza di lui. L’avventura che avevamo passato insieme, che mi aveva redento, che aveva permesso di salvare la sua amata Sara, era finita. Mi ero divertito..ma ora cosa avrei fatto…sarei stato costretto a vivere qui per sempre. Effettivamente Setsuna mi aveva chiesto di badare a Cry…ma quella ragazzina petulante era in grado di badare a se stessa meglio di quanto lo fossi stato io per me stesso quand’ero in vita.
Un giorno Raphael mi diede un piccolo compito da svolgere: dovevo andare a controllare il corpo di Alexiel e verificare che la stanza in cui era conservata non fosse stata violata.
“Che missione banale” pensai.
Arrivato al meraviglioso luogo dove Alexiel riposava, notai una figura che osservava l’angelo, subito estrassi la mia katana e senza far rumore mi avvicinai, ma mi ritrovai in men che non si dica immobilizzato a terra, facendo fatica a respirare. La figura che avevo notato qualche secondo prima mi era completamente addosso, la sua katana, ancora nell’involucro, mi fermava l’accesso dell’aria ai polmoni per la forza con cui veniva premuta contro il mio collo. La persona sopra di me era esile e piccola ma mi sembrava pesasse una tonnellata, era totalmente coperta da veli bianchi che le lasciavano scoperti solo gli occhi: erano chiari, azzurri forse anch’essi bianchi, piccoli ma il loro taglio faceva si che le pupille fossero grandi e molto espressive. Non avevo mai visto niente di simile…
Possibile che avessi paura!? Io, che non ne avevo avuta nemmeno nel momento della mia morte!?
Senza mollare la presa della katana avvicinò il volto al mio orecchio e sussurrò: “Chi sei? Che ci fai qui?”
Non riuscivo a parlare…e orami non sentivo più aria nei polmoni…pensai: “Si può morire quando si è già all’inferno!?”
La sua stretta diventò ancora più forte…non sapevo che fare, l’unica cosa che mi venne in mente era il volto di Setsuna, colui che mi aveva fatto scoprire l’amicizia, sarebbe potuto venire a salvarmi!? Così dalle mie labbra uscì un sussurro… “…na”.
Il peso sul mio corpo si allentò e un ondata di ossigeno riempì i miei polmoni, la creatura che un attimo prima mi stava per soffocare era in piedi, qualche passo distane da me…con gli occhi che mi scrutavano. Cosa le avevano fatto cambiare idea sulla mia sorte? Voltò il viso, per una frazione di secondo, verso Alexiel poi spiegò un paio d’ali bianche e sparì nel nulla.
Rimasi seduto a terra, frastornato…tra le mani avevo una piuma delle ali di quell’entità.
Tornato da Rafael, gli raccontai ciò che era successo, all’inizio sembrò allarmato ma poi, dopo un attimo in cui sembrò riflettere, disse che era tutto a posto, se mi andava potevo fare qualche giro di controllo in più al corpo di Alexiel.
Affamato e stanco andai da Cry che aveva preparato la cena.
“Uh che faccia lugubre…sembra che tu sia morto un’altra volta! Che è successo?”
Così raccontai anche a lei quello che mi era successo. Ma al termine scoppiò a ridere…: “Sei diventato un pappamolle! Ahahahah” al che non ci vidi più e le diedi una bella gomitata sulla zucca…
“Se lo fai di nuovo avvertirò Sestuna di come ti stai prendendo cura di me!”
Me ne andai a letto e stranamente il sonno mi avvolse subito. Sognai quegli occhi che mi scrutavano. Iniziai a sudare e mi mancò nuovamente il respiro…mi svegliai di soprassalto. Quanto avevo dormito? Poco più di un ora…Mi alzai e andai da Alexiel.
Sta volta la stanza era vuota e lei era bellissima come sempre. Sorrisi al pensiero che la sua anima era da qualche parte che viveva felice con l’amato Lucifero.
Visto che era tutto a posto me ne tornai a dormire. Ma il sogno che avevo fatto quella notte mi venne ad inquietare ancora e ancora. Anche da sveglio non facevo altro che pensare a quegli occhi e a rigirarmi nelle mani la piuma.
Decisi che per sbarazzarmi di quel pensiero dovevo smettere anche di andare a pattugliare Alexiel, quindi sarei andato un’ultima volta e poi basta, o almeno finché non mi fosse stato imposto da Raphael o Michael.
Avviatomi verso il “santuario” sentii che la piuma tra le mie mani diventava sempre più calda finché la dovetti lasciar cadere a terra da quanto mi stava ustionando le mani. Capii che era un segnale, mi misi a correre, sapevo che avrei trovato la creatura li… Sta volta non mi sarei lasciato battere tanto facilmente: fui io a bloccarla contro la prete con la mia katana, con una mano lanciai la sua in mezzo alla stanza…e ora che era inerme potei tornare ad osservare i suoi occhi. Mi spaventavano, ma nello stesso tempo mi resi conto che non avevo fatto altro che aspettare di rivederli. Stava piangendo!?
La porzione di viso che riuscivo a scorgere era rigata di lacrime, al che sentii il mio corpo che lasciva la presa. Rimase immobile e anch’io! Poi di nuovo si voltò verso Alexiel…se ne stava andando!? Le presi un braccio e lo strinsi tanto forte che ebbi paura che mi restasse in mano.
“Chi sei? Che ci fai qui?” Chiesi io, sta volta!
“Non posso rivelartelo!”
“…non ti lascerò andare!”
“Se mi farai prigioniera, alcune persone soffriranno…e verranno a cercarmi, distruggendo ogni cosa!”
Questa frase mi sorprese ma non potei far altro che strattonarla via e portarla con me.
Raphael e Michael erano molto incuriositi, fecero mille domande ma non ebbero risposta finché Raphael non si ricordò qualcosa del resoconto che gli feci il giorno che la vidi per la prima volta.
Prendendole il viso tra le mani, le urlò: “Lo sai vero che se ad un angelo vengono strappate le ali muore, o rispondi alle nostre domande…oppure te le caverò!”
“Sono già dannata…!!”
Sentendo le parole di Raphael mi prese un tremore nel corpo e mi sentii dire: “ NOOO! La farò parlare io…”
Raphael e Michael si voltarono a guardarmi stupiti e, annuendo fra di loro, lasciarono la stanza.
Mi sedetti con la testa fra le mani…come avrei fatto a farla rivelare qualcosa…
“Conosci Setsuna?”
La prima a fare una domanda fu lei…e io rimasi pietrificato da ciò che m chiese. Non sapevo che rispondere, voleva far del male all’unica persona che consideravo amico!? Adesso ero io quello che non voleva scoprire le sue carte!
Tornò il silenzio. Calò la notte e io non facevo altro che guardare quegli occhi…poi si addormentò! Mi avvicinai…mi tremavano le mani, perché il mio corpo si muoveva da solo?
Sciolsi il piccolo nodo che teneva stretto il velo intorno al suo viso, una folta chioma bionda si liberò arrivando fino a toccare il pavimento, i capelli erano lisci, morbidi…la pelle del viso era chiara, bianca…non mi stupii se ci avessi visto attraverso. Era una ragazza!
Lei riaprì gli occhi e di nuovo mi trovai sopraffatto dal suo peso. Si era liberata come se nulla fosse.
Sta volta fui io il primo a parlare: “Ti aiuterò a fare qualsiasi cosa!” Mi stavo mettendo nei guai…ma era come se i suoi occhi mi avessero ipnotizzato.
“Voglio la collana a forma di croce che porta al collo il corpo di Alexiel!”
“E impossibile” urlai “Il cristallo in cui è incastonato il suo corpo è indistruttibile!! A che ti serve? Come fai a conoscere il nome di Setsuna!”
Al che mi prese per un piede e volando mi trasportò in un posto sconosciuto!
Mi fece sedere su uno sgabello e si levò il drappo bianco che la copriva…rimasi senza fiato…ma sta volta nessun arma mi teneva in ostaggio. Era bellissima…come mai il cuore batteva così forte!? Non avevo mai provato quella sensazione!
Si voltò verso di me... e iniziò a raccontare, calma, con una voce delicata: “Quando Alexiel era in vita, prima che fosse dannata, io ero il suo angelo custode. Quando si innamorò di Lucifero, prima cercai di farla ragionare ma quando mi resi conto che il suo amore era più grande di quello per Dio, decisi di appoggiare la sua scelta. E quando fu condannata, anch’io lo fui. Ora tutto sembra risolto: vive con il suo amato, grazie a Setsuna, la sua reincarnazione… Ma la sua anima non è completa senza la collana che porta al collo il suo corpo, e questo Rosiel lo sapeva, o sarebbe stata sua o di nessun’altro. Se non gli verrà restituita, la sua anima scomparirà. Sono stata mandata da Lucifero. La missione sembra impossibile. Alexiel sta scomparendo.” Scoppiò in un pianto sommesso.
Avevo voglia di abbracciarla, mi avvicinai e sul suo esile braccio notai il marchio della dannazione: un impronta a fuoco che rovinava la sua candida pelle… un lampo fulminò il mio cervello: la vidi immobile su di un letto in preda ad urla mentre due uomini neri imprimevano il dolore sul suo piccolo corpo. Caddi a terra. Lei si avvicino, mi tese una mano sorridendomi: “Vuoi aiutarmi?”
Che potevo fare io? Non avevo la minima idea su come togliere il sigillo che imprigionava il corpo dell’angelo organico.
Mi riportò a terra, mi sbottonò la camicia e mi diede un bacio sul petto…dove le sue labbra si erano appoggiate sentivo caldo e si formò una piccola macchia color sangue, dovevo l’avevo già vista!?
Si allontanò…sussurrandomi: “Usala!”
Scosso, andai da Raphael che mi chiese cosa avevo scoperto, io non rivelai nulla ma con la scusa di proteggere meglio il corpo di Alexiel mi informai su come scogliere il cristallo. Mi rivelò che l’unico a saperlo, ora che Zafkiel era morto, era Rasiel. Così mi diressi al quartier generale degli angeli, dove sapevo l’avrei trovato a dirigere i Troni. Fu perplesso di vedermi e alla mia domanda mi si scaraventò addosso e scrutò la mia mente. Non so cosa vide, ma tra di noi iniziò una lotta furibonda. Ero stremato e capì perché era stato scelto lui come capo dei Troni, un ragazzino! Pensavo che non l’avrei più rivista e che sarei finito in una segreta nei meandri del cielo, quando mi ricordai…”Usala!”…come si faceva ad usare una macchia!? Sentii come un esplosione nel mio petto e mi ritrovai in mano la Nanatsusaya. Scaraventò a terra Rasiel e un fascio di luce lo immobilizzò, sembrava quasi che delle informazioni passassero dalla Nanatsusaya alla mente del ragazzo. Quanto tutto terminò, anche la spada e la macchia sparirono…e mi ritrovai a carponi in terra. Rasiel si alzò, mi guardò con un espressione serena, pronunciò delle parole leggere e incomprensibili, intanato che mi rimettevo in piedi…! Mi ritrovai tra le mani la collana con la croce di Alexiel!
“Ora l’angelo e il diavolo potranno amarsi…completamente…”
Mi avviai, ma non sapevo dove…l’avrei trovata. Fu lei a trovarmi. Toccò la mia mano per prendere la collana, sorridendomi e poi sparì. Non riuscii a dirle nulla, tantomeno a fermarla.
Dopo qualche settimana, una notte in cui ero disteso nel mio letto e faticavo a prendere sonno, come orami da parecchio tempo, sentii un lieve tocco qualcuno mi aveva sfiorato i capelli. Mi misi a sedere e la vidi, mi sorrise: “Tenshi!” capii che era il suo nome…la tirai verso di me, con le mie labbra sfiorai il suo marchio sul braccio…lei mi accarezzò il viso. Aveva un vestito sottile, bianco, che si levo con un semplice gesto. Avevo paura di toccarla, poteva rompersi da un momento all’altro…se l’avessi sfiorata!? Iniziò a sbottonarmi la camicia e mi bacio sulla bocca…cademmo entrambi sul letto…! Distesa sopra di me, sta volta, era leggera come una piuma…
Dopo l’amicizia, avevo scoperto l’amore!
Mi era permesso amare!?
…ora capivo cosa significava “essere in paradiso”!

Aletta


 
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