CITAZIONE (nymeria @ 22/6/2009, 13:46)
Presa dalla furia di creare la sezione sul sito mi sono accorta che nemmeno io avevo postato qui le mie impressioni
Tesora attenta a non strapazzarti troppo di lavoro
Comunque in due punti fondamentali mi trovi d'accordo: evoluzione dei personaggi e obiettivi della mangaka. Che per quanto riguarda il primo punto, non si possa certo parlare di chissà quale crescita in Shiina è vero, hai ragione, perchè fondamentalmente lui rimane uguale al primo numero; forse, però, era principalmente Kira a dover maturare?( Insomma, da lei sì che avremmo dovuto aspettarci qualche cambiamento!
) Shiina è stato "l'occasione"di crescita, e magari era quella la sua più importante "funzione" nella storia?
Comunque interpretazioni a parte è vero che, come hai scritto tu, da parte della Usami è chiara
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la sua intenzione di raccontarci storie dolci e dal finale felice, senza troppe pretese di realismo o drammaticità.
E Proprio per questo io non pretendevo chissà quale approfondimento caratteriale o introspezione. Posso però capire che se attendevi qualcosa di più, amora, al leggere questa miniserie tu sia rimasta delusa. Le direttrici sono essenzialmente quelle delle storie brevi, con un pizzico di sviluppo in più.
Per quanto mi riguarda, sono andata immaginando più o meno cosa vi avrei trovato e cosa no, e probabilmente per questo, nonostante non si possa affatto parlare di chissà quale Opera con la O maiuscola - e pure qua la pensiamo allo stesso modo- sono riuscita a considerare comunque godibile la serie.
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Va bene tutto sommato, inizio a sentirmi un po' troppo vecchia per queste storielline così felici e facili da risultare quasi ambientate nel mondo dei sogni
Ehhhh, anche per me è lo stesso
e solitamente evito determinati titoli apposta, perchè con me ora come ora non hanno quasi nulla di che spartire, però se si tratta di volumi che non pretendono di essere qualcos'altro, non si spacciano per quello che non sono, non ti dicono: qua troverai questo e quest'altro quando invece non è così, allora si può anche fare "uno strappo alla regola" .
O almeno, io avevo bisogno di qualcosa di semplice, genuino, da alternare ad altri manga, e devo dire che Quanto costa la felicità ha svolto bene il suo compito, in questo senso.
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Io non sono molto d'accordo, il titolo "Quanto costa la felicità" fa presagire qualcosa, almeno un minimo di centralità sul tema felicità e su ciò che si deve e non deve fare per ottenerla, invece.. nisba! °_°;
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Tanto più che non c'è nessuna rinuncia, nessun "prezzo" per la felicità, dato che lui si fa la sua carriera, torna e presumibilmente la coppia avrà l'happy ending.
In un certo punto della miniserie più o meno si faceva riferimento al titolo, adesso non ricordo dove... lo cerco e lo quoto perchè mi sa che è importante per il nostro discorso.
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Insomma, se spacciarsi per ciò che non si è significa far credere di trattare temi che poi non tratterà, allora secondo me per spacciarsi si spaccia, oh sì.
Si ma collochiamolo anche nella dimensione: quel che mi ha fatto capire finora l'autrice e lunghezza della serie. Se una mangaka finora ti ha fatto capire che il suo stile, il modo di narrare appartiene ad un certo "filone", in una serie poi corta come questa che si poteva richiedere?
A meno che non si stia parlando della Anno, versatile, versatilissima donnina
La prova del nove, allora, potrebbe davvero essere, Nym, la sua serie più lunga: Koi*Ito. Qua si che ci potrebbe essere quell'evoluzione, caratterizzazione che ancora in
Quanto costa la felicità stenta a decollare.
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Senza scordare la velocità incredibile in cui si è svolto l'innamoramento...
Di nuovo, credo che sia imputabile alla lunghezza della miniserie, e alla provenienza della Usami da storie corte.
Edited by *bunny* - 22/6/2009, 15:05